Nascita

Allattare è un faticosissimo lavoro

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Studiosi di tutto il mondo si sono trovati a Firenze il 7 e 8 aprile, al Simposio Medela, per presentare le nuove ricerche mondiali sull’allattamento al seno; studi sensazionali come la scoperta di un un complesso proteico-lipidico composto da due elementi del latte umano che induce la morte delle cellule tumorali lasciando intatte le altre, ma anche studi su un nuovo modo di pastorizzare il latte, studi sulle cure dei bambini nati prematuri, campagne di sensibilizzazione sull’allattamento al seno in Paesi dove la totalità delle madri nutre i figli con latte non materno.

Sì, posso dire “io c’ero”. Perché, anche se mio figlio ha ora 3 anni e non allatto più dai suoi 15 mesi, il tema dell’allattamento non è per me un argomento chiuso.
Credo profondamente nel ruolo di passaggio di conoscenze e di empatia da mamma a neomamma, della necessità di “fare cultura” o, meglio, controcultura, su un argomento che ancora oggi viene affrontato troppo spesso con immagini stereotipate, informazioni errate e conseguente disagio di una madre che inizia ad allattare.

Perché allattare al seno, noi mamme che abbiamo affrontato questa esperienza lo sappiamo, non è quasi mai piacevole, ma molto faticoso fisicamente e psicologicamente.


Allora perché noi mamme allattiamo e vogliamo farlo sempre di più rispetto al passato?
Per una ragione che supera ogni fatica, ogni ostacolo, ogni dubbio: il latte materno fa bene a nostro figlio come nessun altro latte. Non lo dico io, lo dice la scienza e gli studi realizzati da Università di tutto il mondo.
E quando una mamma ha questa informazione chiara, trasmessa con la giusta empatia e soprattutto con il corretto sostegno per affrontare questa esperienza, non ha il minimo dubbio su cosa fare.

Il “fare cultura” sull’allattamento parte proprio dal sostegno che deve avere la mamma.
Se allattare è difficile, non piacevole, ovviamente e in modo logico qualsiasi donna opterebbe per un’altra soluzione.
Ma se al suo fianco ci sono operatori (pediatri, infermieri, ostetriche, consultori) e familiari pronti ad aiutarla ad affrontare le sue difficoltà, a non farla sentire sola, l’allattamento e quindi il suo essere mamma saranno un’esperienza di vita meno difficoltosa.

Pensi che io sia estrema?
Non condanno alcuna madre che non ha allattato al seno, penso solo che se fosse stata aiutata come sono stata aiutata io, avrebbe potuto affrontare l’allattamento in modo differente.
Ed è per questo che noi mamme, sia che abbiamo allattato al seno sia no, ognuna con la sua storia alle spalle, abbiamo il dovere di fare informazione alle future mamme.

Perché la neomamma sorridente, truccata, in perfetto ordine che allatta felicemente un bambino che si attacca senza problemi non esiste: se non si dice, come si fa a saperlo?

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