Pensieri

Il successo: da bambini ad adulti

leonardo_biciclettaBicicletta Leonardo da Vinci, Codice Atlantico §133V

Succede che faccio una passeggiata con Davide nelle vie più silenziose e senza traffico del mio quartiere. Succede che Davide si addormenta e mi siedo su una panchina nel parchetto in attesa del suo risveglio. Succede che lascio lo smartphone nella borsa e respiro quello che succede attorno a me. E così succede che sguardo e udito vengono catturati da 4 caschi colorati che sfrecciano davanti a me.

Sono quattro bambini che si sono lanciati in una gara di velocità. Tre, i più grandicelli (di circa 6 anni) stanno pedalando a più non posso sulle loro biciclettine affiancandosi, superandosi, mettendocela tutta per arrivare primi.
Ma in fondo, con ancora più foga e impegno, c’è il più piccolo che corre sul suo monopattino. Cerca di raggiungerli, ma rimane sempre indietro.

Vedendo la scena qualsiasi spettatore sa che il piccolo non ha nessuna possibilità di arrivare primo. Non ha il mezzo giusto né la fisicità per superare i suoi amichetti. Eppure ha accettato la sfida e si sta impegnando al massimo. Non si ferma, non protesta, continua a spingersi con le gambe.

Arrivano al traguardo, il primo piccolo ciclista grida “Ho vinto!”, il secondo scoppia a piangere per la perdita, il terzo è stanco e si butta a terra. Staccato di molto dagli altri arriva sempre correndo al massimo anche il monopattino, con un grande sorriso.

E penso che la loro gara è la fenomenologia perfetta che racconta molti episodi della nostra vita. Che alla fine, per chi tifavo io (e immagino anche voi), è il piccolo che mette in campo tutte le sue forze e non si arrende; che il più felice di questo gioco è stato proprio lui, anche se non è stato il primo.

E che vincere il più delle volte non è superare gli altri in qualcosa, primeggiare, staccarsi da chi ci sta dietro. Vincere è vivere qualcosa appieno, impegnarsi in un’attività che amiamo, crederci.

E’ il significato più intimo del successo, cioè di quello che succede di bello e interessante attorno a noi, che afferiamo e non facciamo passare inermi sopra di noi senza crederci.

2 Comments

  • alice arienta

    anche io tifavo per il piccolotto ovviamente.. eh si è il viaggio il bello non solo la meta 🙂 sono la forza, la passione e l’ironia che ci mettiamo nele cose che facciamo tutti i giorni.. e speriamo di riuscire a trasmetterle ai nostri piccolotti grazie mamma

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